BLEFAROPLASTICA - DESCRIZIONE E CASISTICA CLINICA ESEMPLIFICATIVA

Borse, occhiaie, palpebre pesanti o grinzose possono essere corrette mediante l’intervento di blefaroplastica.

A seconda del caso clinico, l’intervento può essere limitato all’asportazione della pelle in eccesso, oppure estendersi all’eliminazione dei cuscinetti di grasso, alla loro ridistribuzione o al riassetto della muscolatura orbitaria. Le piccole rughe peri orbitarie dette “zampe di gallina” non vengono però cancellate, ma solo migliorate per effetto della distensione della cute. La blefaroplastica può essere praticata sia sulle palpebre superiori che inferiori, anche contemporaneamente.

All’intervento residuano cicatrici minime, occultate nelle naturali pieghe palpebrali. La blefaroplastica, di solito effettuata in anestesia locale e in regime ambulatoriale, può talvolta richiedere l’anestesia generale con un breve ricovero di un giorno. E’ consigliabile effettuare prima dell’intervento i seguenti esami ematologici; emocromo, fattori della coagulazione ed elettroliti plasmatici. Il risultato, buono fin dall’inizio anche se alterato dall’inevitabile gonfiore post-operatorio e dalla comparsa di ecchimosi più o meno evidenti, tende a stabilizzarsi nel giro di alcune settimane. All’intervento esitano sottili cicatrici lungo il bordo ciliare che nel giro di pochi mesi risulteranno praticamente invisibili. L’intervento non interferisce con le capacità visive ma può alterare, transitoriamente, la lacrimazione.

Sebbene l’intervento di blefaroplastica sia uno dei più comuni e frequenti interventi di chirurgia estetica, esso non è privo di possibili anche se rare complicanze, tra queste sono da segnalare l’infezione, la comparsa di una transitoria reazione congiuntivale (congiuntivite e/o chemosi) e l’ematoma post-operatorio che può richiedere l’immediata revisione dell’intervento per non avere conseguenze, anche gravi, sulla funzionalità del bulbo oculare. A distanza di tempo l’inevitabile retrazione cicatriziale dei tessuti palpebrali può, in alcuni casi, causare la distorsione della rima palpebrale fino all’ectropion (aumentata esposizione del bulbo oculare per insufficienza della palpebra inferiore).

Condizione questa che, se non si risolve spontaneamente con opportuni trattamenti, può richiedere la correzione chirurgica.

Alcune malattie come l’ipotiroidismo, il diabete e l’ipertensione possono rendere più problematico l’intervento e aumentare il rischio di complicanze. In fine, specifiche patologie dell’occhio come il distacco retinico, il glaucoma e l’insufficiente lacrimazione  possono essere una controindicazione all’intervento, indispensabile in questi casi una valutazione preoperatoria del proprio Oculista di fiducia.

I rischi di complicanze possono essere minimizzati se si seguono le indicazioni del Chirurgo, così come è importante informarlo preventivamente dell’esistenza di malattie, difetti della vista o alterazioni della lacrimazione.

Prima dell’intervento di blefaroplastica:

  • Per la donna è opportuno non programmare l’intervento immediatamente prima o durante il flusso mestruale, anche se tale condizione non è preclusiva dello stesso.
  • Informare il chirurgo di qualsiasi trattamento con farmaci tipo: cortisonici, contraccettivi, antiipertensivi, cardioattivi, anticoagulanti, ipoglicemizzanti, tranquillanti o eccitanti ecc.
  • Sospendere l’assunzione di medicinali contenenti l’acido acetilsalicilico (Aspirina, Ascriptin, Bufferin, Cemerit, Vivin C ecc.) almeno 10 giorni prima dell’intervento.
  • Ridurre il fumo a non più di 2-3 sigarette al giorno almeno due settimane prima dell’intervento. Il fumo riduce la perfusione cutanea e rallenta i processi di guarigione.
  • Segnalare la comparsa di raffreddore, mal di gola, tosse e malattie della pelle.
  • Organizzare, nell’immediato post-operatorio, la presenza di un accompagnatore/accompagnatrice che può essere utile anche se non indispensabile.


Il giorno dell’intervento di blefaroplastica:

  • Lavare i capelli, struccare accuratamente tutto il viso con particolare attenzione alla rimozione del mascara dalle ciglia.
  • Se l’intervento è praticato in anestesia generale, non assumere cibi ne bevande dalla mezzanotte del giorno prima.


Dopo l’intervento di blefaroplastica:

  • E’ normale che le palpebre si gonfino (edema) e che si manifestino dei lividi (ecchimosi), spesso più evidenti da un lato che dall’altro, ma ciò non deve preoccupare. Piccole ecchimosi possono formarsi anche nella congiuntiva e il loro riassorbimento sarà più lento. Per accelerare il riassorbimento dell’edema e delle ecchimosi (che col tempo tenderanno a diffondersi verso il basso) è utile applicare sulle palpebre impacchi freddi nelle ore immediatamente successive all’intervento; cubetti di ghiaccio in un sacchetto di cellophane appoggiati su un fazzoletto ripiegato. Tali impacchi freddi vanno mantenuti sugli occhi per circa venti minuti e ripetuti 2-3 volte nei primi 1 – 2 giorni post-op. Sempre per accelerare il riassorbimento dell’edema è consigliato di dormire in posizione semi seduta.
  • Nel caso di rapida comparsa di evidente gonfiore, senso di tensione ed ematoma alle palpebre inferiori, nell’immediato post-operatorio (possibile emorragia ingravescente), contattare subito il Chirurgo.
  • Durante le prime 12/24 ore è normale che dalle ferite fuoriescano alcune gocce di siero frammiste a sangue, sarà sufficiente asciugarle con una garza sterile.
  • L’edema rende talvolta difficoltosa la completa chiusura delle palpebre e di conseguenza la congiuntiva potrebbe irritarsi. In questi casi è consigliato l’uso di colliri o pomate oftalmiche, specie durante la notte (es. lacrime artificiali o pomate tipo colbiocin).
  • L’anestesia può determinare transitorie paresi di alcuni muscoli oculari e ciò può accentuare la difficoltà a chiudere le palpebre. Tali fenomeni sono di breve durata e tendono a risolversi spontaneamente nel giro di 24/48 ore.
  • I sottili punti di sutura sulla cute palpebrale sono generalmente rimossi in 5-6 giornata postoperatoria.
  • Talvolta la cicatrizzazione delle ferite può dare origine a irregolarità del bordo palpebrale solitamente di carattere transitorio, la cui risoluzione può essere accelerata con opportuni esercizi o massaggi che, se necessari, saranno consigliati dal Chirurgo stesso.
  • Più raramente la retrazione cicatriziale può stirare verso il basso le palpebre inferiori dando origine al così detto ectropion. Tale complicanza è spesso transitoria ma nei casi più gravi può richiedere un intervento di revisione.
  • Per almeno 10 giorni non portare lenti a contatto. Anche se dopo 2-3 giorni è in genere possibile riprendere l’attività lavorativa, è opportuno prevedere un periodo di relativo riposo fino alla rimozione dei punti. Per almeno un mese evitare l’esposizione al sole o al calore intenso.

Importante; al minimo dubbio di un andamento anormale nel periodo post-operatorio, consultate il vostro chirurgo.

Casistica clinica esemplificativa