LIFTING DELLE COSCE A VERONA

Il lifting delle cosce, o dermolipectomia inguino-crurale, è una procedura chirurgica che consente di asportare e/o rimodellare l’eccesso cutaneo, le ondulazioni della pelle e gli accumuli di grasso della faccia interna delle cosce che si evidenziano con l’età o dopo importanti dimagramenti. In questo caso è bene ricordare che non è un “intervento per dimagrire” ed è indicato solo dopo che la perdita di peso si è stabilizzata.

E’ importante, comunque, essere consapevoli che non è possibile restituire la tensione e la compattezza che i tessuti hanno in gioventù.
Le tecniche chirurgiche sono molteplici e possono essere combinate con altre metodiche di “body countouring” come la liposuzione.
All’intervento residuano cicatrici trasversali piuttosto estese localizzate a livello del solco inguinale e del solco gluteo, ordinariamente occultabili sotto un costume da bagno non troppo sgambato. Non infrequentemente, però, le cicatrici col passare del tempo tendono, per effetto della forza di gravità, a spostarsi al di sotto del solco diventando quindi più visibili. In taluni casi, quando l’eccesso cutaneo è particolarmente importante, può diventare necessario, per ottenere una migliore conformazione della coscia, associare anche una asportazione verticale dei tessuti che esiterà in una cicatrice, di lunghezza variabile, dal solco inguinale verso il basso lungo la superficie interna della coscia. Questa variante dell’intervento va discussa preventivamente con il Chirurgo.
L’intervento viene necessariamente effettuato in anestesia generale e richiede l’inserimento di almeno due drenaggi, mentre i giorni di degenza (di solito 1-3), la frequenza delle medicazioni e l’epoca della rimozione dei punti dipendono dal singolo caso clinico. Il risultato è generalmente soddisfacente fin dai primi tempi ma le cicatrici saranno piuttosto evidenti e richiederanno non meno di 12-18 mesi per attenuarsi spontaneamente.

Come ogni altro intervento chirurgico, il lifting delle cosce è gravato da potenziali rischi e complicanze che, data la sede anatomica e le caratteristiche dell’intervento, sono tutt’ altro che infrequenti:

  • Sanguinamento – E’ possibile, sebbene infrequente, che si verifichi un sanguinamento significativo durante l’atto operatorio. In ogni caso la rimozione di una notevole quantità di tessuto cutaneo e adiposo (che può arrivare anche ad alcuni chilogrammi) comporta inevitabilmente la perdita di una certa quantità di sangue. Molto rara è comunque l’evenienza che nell’immediato post operatorio si renda necessario eseguire una o più trasfusioni di sangue.

  • Sieromi ed ematomi – L’accumulo di raccolte di sangue e/o siero al di sotto di tessuti ampiamente mobilizzati è un fatto frequente, generalmente non grave, che può prolungare l’ospedalizzazione o richiedere successivi procedure di drenaggio.

  • Infezione delle ferite – E’ un evento possibile, data la sede interessata, e non infrequente. I pazienti vengono sempre sottoposti a trattamento antibiotico profilattico durante il periodo di ospedalizzazione. E’ Importante avere un’ accurata igiene personale nel periodo post-operatorio.

  • Disturbi di sensibilità – La riduzione o la perdita di sensibilità in alcune zone, specie in prossimità delle cicatrici, è un evento frequente data l’inevitabile sezione di alcune fibre nervose sensitive nelle lunghe incisioni e gli estesi scollamenti. Tale disturbo andrà migliorando nel tempo.

  • Contorni irregolari – Irregolarità del contorno corporeo e della forma per accumulo localizzato di tessuto adiposo o cutaneo (le così dette “orecchie di cane”) possono residuare dopo l’intervento. Questi inestetismi sono suscettibili di miglioramento nel tempo e, in ogni caso, possono essere successivamente corretti chirurgicamente. È da notare che questi interventi non sono in grado di migliorare la “qualità” della cute, quindi in estetismi, come le smagliature, saranno solo attenuati per l’effetto dello stiramento ma non eliminati.

  • Diastasi e lenta guarigione delle ferite – Le cicatrici chirurgiche sono molto estese e collocate in corrispondenza di aree sottoposte a tensione. In alcuni casi le ferite possono in parte riaprirsi (diastasi) e, quindi, richiedere un tempo maggiore per la guarigione.

  • Suture – Generalmente vengono utilizzati punti profondi a lento riassorbimento e punti esterni (in nylon o metallici) che vengono rimossi dopo circa 15 giorni. Alcuni punti di sutura profondi possono nel tempo creare disturbi minori come infezione, esposizione, rigetto.

  • Necrosi – Dopo la resezione dei tessuti in eccesso il pannicolo dermo adiposo restante deve essere estesamente scollato e riposizionato. Questa procedura può comportare la compromissione della porzione più distale dei lembi con conseguenti necrosi dei bordi. Questa eventualità comporta un ritardo di guarigione delle ferite e, talvolta, ne richiede la revisione chirurgica.

  • Trombosi venosa profonda ed embolia polmonare – Queste due eventualità costituiscono una complicanza rara, sebbene grave, di tutti gli interventi chirurgici che implichino un certo grado d’immobilità post operatoria. Durante il ricovero verranno presi tutti i provvedimenti necessari atti a ridurre al minimo la probabilità di queste complicanze (calze antitrombo, eparina a basso peso molecolare, mobilizzazione precoce, …)

Al fine di minimizzare tali rischi è importante attenersi alle indicazioni del Chirurgo e sottoporsi a regolari visite di controllo nel periodo post-operatorio.

Prima dell’intervento:

  • Per la donna è opportuno non programmare l’intervento immediatamente prima o durante il flusso mestruale, anche se tale condizione non è preclusiva dello stesso.

  • Informare il chirurgo di qualsiasi terapia in atto con farmaci tipo: cortisonici, contraccettivi, antiipertensivi, cardioattivi, anticoagulanti, ipoglicemizzanti, tranquillanti o eccitanti ecc. Per ridurre il rischio di complicanze tromboemboliche, è opportuno sospendere la terapia ormonale estro progestinica “pillola” un mese prima dell’intervento.

  • Sospendere l’assunzione di medicinali contenenti l’acido acetilsalicilico (Aspirina, Ascriptin, Bufferin, Cemerit, Vivin C ecc.) almeno 10 giorni prima dell’intervento.

  • Non fumare per almeno una settimana prima dell’intervento. Il fumo riduce la perfusione cutanea e rallenta i processi di guarigione.

  • Segnalare la comparsa di raffreddore, mal di gola, tosse e malattie della pelle. La malattia diabetica, se non ben compensata, è una controindicazione all’intervento.

  • Avvisare il Medico di eventuali affezioni a carico del sistema vascolare degli arti inferiori quali varici, insufficienza venosa o pregressi episodi di trombo embolia poiché l’inevitabile ridotta mobilità nell’immediato post-operatorio è un fattore di rischio tromboembolico.

Il giorno dell’intervento:

  • Praticare un accurato bagno di pulizia e depilare la regione addominale e pubica.

  • Non assumere cibi ne bevande a partire dalla mezzanotte.

Dopo l’intervento:

  • L’eventuale guaina o collant compressivo dovrà essere portata per tutto il periodo indicato dal Chirurgo.

  • La ripresa del lavoro o dell’attività sportiva dovrà essere graduale. Per almeno 7 giorni non fumare.

  • Talvolta è consigliata, nel post-operatorio, una terapia a base di eparina sodica, o simile, mediante iniezioni sottocutanee per un periodo di 10 giorni allo scopo di minimizzare il rischio di trombo flebiti a carico degli arti inferiori, cosi come terapia antibiotica per circa 3-4 giorni.

  • Come eventuali farmaci antidolorifici sono da preferire quelli che non hanno azione anticoagulante come la Tachipririna (es. Efferalgan, Tachidol).

  • È possibile praticare una doccia di pulizia solo dopo la rimozione dei punti di sutura.

  • Per almeno un mese evitare l’esposizione diretta al sole e al calore intenso (es. sauna). E’ bene, comunque, proteggere le cicatrici con creme solari fino alla loro completa maturazione.

  • Mantenere asciutte e pulite le medicazioni. A distanza di giorni dall’intervento possono comparire, lungo la cicatrice, delle piccole raccolte di pus che sono generalmente espressione di un mancato riassorbimento dei punti di sutura interni. La rimozione del filo porta alla guarigione della piccola lesione.

  • Le cicatrici chirurgiche necessitano di almeno 15-18 mesi per stabilizzarsi e durante questo periodo andranno in contro a un evidente miglioramento spontaneo. Ciononostante può rendersi necessario un piccolo intervento di revisione per migliorarne gli esiti.

  • Eventuali aree d’ipoestesia (anestesia) della parete addominale o iperestesia (dolenzia localizzata in corrispondenza della superficie anteriore della coscia), generalmente si risolvono spontaneamente nel corso di alcuni mesi.

Importante: al minimo dubbio di un andamento anormale nel periodo post-operatorio, consultare il Medico.